REGISTRAZIONE N.548
DATA DI REGISTRAZIONE
16 giugno 2019
INTESTATARIO
Sign. Maurizio Di Qual
STEMMA
Scudo: sagomato
Arma: d'azzurro, mantellato d'oro, all'uroboro di verde, sormontato da tre monti (1,2) del secondo, nel cantone destro e da un canestro con tre rose di rosso nel cantone sinistro
Elmo: a becco di passero, chiuso, in terza, d'acciaio
Cercine e lambrecchini: d'azzurro e d'oro
Cimiero: una testa di tortora (o colomba?) coronata d'oro
Motto: Per aspera ad astra
EMBLEMA
Un uroboro di verde
Hanno diritto agli emblemi la moglie e tutti i discendenti legittimi dell'intestatario
DOCUMENTI DEPOSITATI
Pagamento elettronico, autocertificazione
Uroboro: è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio dell'eterno ritorno. Rappresenta l'esistenza di un nuovo inizio che avviene tempestivamente dopo ogni fine. Il cerchio simboleggia l'immagine del serpente che da sempre cambia pelle e quindi, in un certo senso, ringiovanisce. L'uroboro rappresenta il circolo, la metafora espressiva di una riproduzione ciclica, come la morte e la rinascita, la fine del mondo e la creazione, e di conseguenza anche l'eternità. Simboleggia quindi la totalità del tutto, l'infinito, l'eternità, il tempo ciclico, l'eterno ritorno, l'immortalità, la perfezione e l'unità, nel presente stemma soprattutto coniugale
Monti: alludono al cognome dell'intestatario, che deriverebbe dal toponimo Qualso, che deriva dal latino collis (=colli). Secondo il Ginanni simboleggiano grandezza, sapienza e dignità sublime
Canestro con tre rose: richiamano il cognome della moglie dell'intestatario (Cavagna), che deriva da un soprannome dialettale originato dal vocabolo lombardo cavagna (cesta, mucchio, quantità). La rosa rappresenta la grazia, la bellezza, l'onore incontaminato, la grandezza di nobiltà
Tortora: simbolo dell'amor coniugale, della fedeltà e della concordia